C’era un’altra volta..

..in un piccolo grande pianeta sulla cintura di Orione, un giovanissima e grande Demone con la pelle blu elettrico e gli occhi color della mora del gelso. Non è facile definire la cronologia della sua esistenza, in quel pianeta e in tutti i pianeti che rientravano sotto la gestione della Federazione Galattica della Luce il tempo non poteva scorrere perchè tecnicamente non esisteva. Non poteva certamente esistere secondo dinamiche tipiche di pianeti appena evoluti come Gaja, ma esisteva nel senso più consapevole del termine.

La nostra giovanissima Demone, in questo senso, poteva avere qualche millennio, qualche ora o un’età definibile in eoni. Se volessimo definirla in un’era, sarebbe l’era intermedia tra l’albero e la pietra: l’era dell’Albero di Pietra.

Cercando di definire i contorni della sua identità cercheremo di empatizzarci con essa raccontando la sua storia.

Nacque al principio del Ritorno del Buio mentre tra i Pianeti della Federazione imperversava la Tempesta delle due Razze. La Federazione Galattica si decise a difendere le Pleiadi totalmente felinoide contrastando Orione e i suoi oscuri rettiloidi. Il pianeta nel quale ci troviamo non si schierò mai col potere Orionico perchè, nonostante fossero di razza rettiloide, gli abitanti si erano evoluti al passo col loro pianeta raggiungendo gran parte dei principi armonici necessari a far parte della Federazione. Alnilam, la stella centrale della cintura aveva lavorato sodo per essere al passo con il cosmo e così i suoi abitanti che non avevano risentimento alcuno nell’essere chiamati Demoni, fieri della loro origine e discendenza, ma soprattutto del compito svolto.  In essa convivevano specie tra le più svariate: clan Croco e Alliga, clan Tetzudo e Tartudo, clan Trito e Salaman, clan Anuri e Amati, i più antichi e saggi e membri del Consiglio Stellare decisero di ridurre ai minimi termini i contatti con le altre due stelle della Cintura, abitate e governate da Dinoidi, Sauroidi e Ofidoidi.

In questo contesto nasce Sakoga, figlia dell’incontro fortuito tra sua madre Almak, figlia di Erkis, figlio di Sobku del Clan Croco e suo padre Ingus, figlio di Masu, figlio di Nankas del Clan Corgen del pianeta Iova della Federazione pleiadiana.  Fu Ingus a scegliere il nome perchè così lo chiamavano su Dryope i suoi fratelli di viaggio che nella sfumatura Ioviano-pleiadiana significava “Lo spazio protetto dell’autorevolezza della parola” riassumendo la sua grande capacità nell’utilizzo dei suoni per modificare la realtà in ogni frangente, anche in quelli più pericolosi. Almak adorava quel nome e sperava che la creatura che l’avrebbe succeduta lo ereditasse perchè la sfaccettatura di significato per il suo popolo era molto onorevole. “Ciò che apre tutte le porte della padronanza sul corpo fisico” era un significato ambizioso, quasi presuntuoso ma sicuramente ben metteva in risalto il grande lavoro evolutivo delle Stirpi di Alnilam.

Sakoga nasce durante il buio, di nascosto, mentre tuona la Tempesta Razziale. Unica luce la sua, violetto iridiscente e la levatrice intergalattica Znaeva si compiace dell’aver assistito alla sua nascita profetizzando peripezie e mettendo tutti in guardia sulla manifestazione di creature di razze ibride: Sakoga, l’androgino mezzo rettile e mezzo felino, incarnava in sè le contraddizioni della Tempesta e la necessità del Combattimento. Gli InfraMondi e gli UltraMondi sussultarono senza clamore.

Inizia una nuova Era.

 

(continua..)

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