Popolo della terra, salute a voi!
Vengo in pace dal pianeta Marte, me l’ha detto l’unicef che devo dire così e soprattutto so che la mia pelle verde va di moda!
Sarcasmo a parte, lungi dai miei alter ego poetici scrivere ancora la loro fantacyberparistoria, volevo parlarvi di quanto mi piace ridermela ultimamente.
Me la rido di gusto perché in Sardegna dicono che non ci sia la mafia e poi abbiamo un’ente della gestione dell’acqua che..cazzboh.
Me la rido perché Selfini, il celta imbruttito, manda notizie a noi alieni Srd di questo tipo: “il Senato della Repubblica ha preso atto della deliberazione con la quale il gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier ha modificato la propria denominazione aggiungendo, appunto, la dicitura Partito Sardo d’Azione.”(cit. Ugnione 31 Luglio ocannu) , però non ci viene neanche a fare campagna elettorale da noi, tanto quei 4 gatti e 8 pecore son come i Nuraghi: di lì non si spostano (imperdaus in francese).
Me la rido perché, poi, quando il governo dal colore della stoppia di Maggio, ha strampato a terra che neanche i Buoi di Sant’Efisio di quest’anno, le cui onomatopee di riferimento ricordano molto uno splash interruptus, il nostro ben piazzato governatore si sollevava la berritta a guardare male i vassalli padani al grido di “maccheccatz, me l’avevate promesso!”. Meno male che con pacche sulle spalle ha sollevato il morale ai deputati che volevano mettere le natiche nella verde e nostrana salamoia pubblica. Io ero molto preoccupata che non si facessero le vacanze, povere creature! Mica stavo pensando ai soldi che ci devono..da buona sarda ho pensato che l’importante fosse non dovere io a nessuno! Che lo Stato Italiano mi deve abbassare la faccia quando mi vede perché “La ca tui mi depis!”.
Me la rido perché il succitato Celta, mentre faceva le sue dichiarazioni sulla sfiducia in parlamento aveva in sovrimpressione la scritta “psd’az” bella nera e tirata a lucido come fosse stata sbaciucciata con passione dal medesimo (eeeess, manco fosse un santo rosario!).
Me la rido perché dopo che il sempre onnipresente Celta suddetto ha cavalcato l’onda di latte buttato piazzandosi allegramente i suoi due vassalli in consiglio regionale, ha subito fatto punire i pastori troppo esuberanti per blocco stradale. Siccome lo chiamano Romano, ma è sardo il pecorino (cit. Mungo contento) in preda alla matacui c’è stata una nuova improvvisa epidemia di macchine esplosive. Brutta malattia quella, i più a rischio di contagio son le istituzioni di vario livello. Vaccinenziagite!
Me la rido anche per gli incendi che quest’anno sono in netto calo nell’isola, ma dall’anno scorso (per ridere ho dovuto mangiarmi molte lumache alluadas) sono raddoppiati nel numero. Cosa sarà? Autocombustione? Sant’Incendiu prega po nosu e po sa Siberia (ah no, s’Amatzonia) intrea!
Me la rido perché è uscito un articolo sull’Ugnione che azzannava così forte l’Accademia sarda da paventare un’apocalisse zombie, ma che nessuno ha cagato di striscio tranne qualche Quattromoro, Capovolto, Bronzetto,Gigante di Monti Prama, Janas e Kogas estemporanei. Ma già arrivano gli Angela dal cielo che vi divulgano tutti a scoppio consecutivamente! (cit. Potubecciu)
Me la rido perché sulle coste i giovani fanno gli splendidi cremini fior di lardo sciolti al vento africano, ma si leccano le lacrime del disagio dell’orda cannibale turistica de luxe. Ma il problema è il tronista tutto chiacchiere e social net che osa parlar male del fiero e sacro popolo sardo! Meno male che ci difende la tizia dal cognome sardo quanto su casu mratzu all’ananas, ma che ne sa a bomba perché è influencer super top up mega follower inside forever the best in the world. (Minca a boso! Cit. Paràda de sa festa de mesaustu in bidda)
Me la rido perché tutti a naso per aria a guardare la meteora che ha illuminato il cielo nella notte del dopo mezzagosto, ma nessuno a sentire un inquietante brivido nella schiena preRagnarok. Ma soprattutto: Guardare il cielo di giorno quando sfrecciano gli uccelli di ferro della NATO? E notare la differenza tra le nuvole vere e le imitazioni? A su sardu d’intrat in culu e in conca nono (cit.) Milla mì la complottara sibaritica catafratta turbostrega post annu doxi!
Me la rido perché son tutti in ansia per la nube tossica dell’intoppo in Kulonia Arkangelica di Putin e nessuno (tranne te, Pili-il Putin Sardo) a scandalizzarsi del fatto che abbiamo il santissimo ano sardo imbottito di merda esplosiva degli amerikanos (a balla chi bos bokene, amen), ma in effetti se abbiamo tutti lo stesso cognome, eh cazzboh!
Me la rido perché ridere è come piangere e noi, che ci piaccia o meno, passiamo sulla terra leggeri come l’acqua di un torrente antico. Tra un ballu tundu, una murra, una canzone d’amore e una di guerra, vino buono, abbardente e la luna che Zucca ci ha regalato grazie all’intercessione di Benedetto Urgu I di Barbagia, inneggiamo all’Antica Filosofia del Chisicoddinti.
Con grezzitudine profonda e biddunculismo espansivo
SaKoga
P.S. Ma quant’è bello il cielo sul finire di questa calda e pazza estate?
