Esordio.

Quest’inverno scorso, il freddo era di un’ambiguità sconcertante. Ci pungeva senza avvolgerci, ci corteggiava per il gusto di farlo senza mai esprimere un invito. Civettava come se non ci fosse un domani, ma quel domani sarebbe arrivato presto, come ogni anno, chiamandosi ancora una volta primavera.

Che annata sarebbe stata questa? Come la scorsa? Niente pioggia, niente verde..solo tanta afa e arsura? Durante quei pavoneggiamenti invernali speravamo di sistemarci al meglio, riservarci un immediato futuro di risorse che fossero per lo meno sufficienti ad affrontare la rossa signora estate. Le dolci illusioni lasciavano spazio alla delusione del tempo che passa: niente acqua, niente neve e freddure raggelanti troppo improvvise per poter essere ritenute divertenti. Non vedevamo l’ora che quest’inverno levasse le tende!

Signorina primavera non ci ha delusi col suo arrivo. Ha mostrato subito il lato migliore della sua solarità per sciogliersi in uno scroscio di risate intense. Erano anni che non vedevo i laghi e i fiumi della mia terra di mezzo così gonfi di emozione! I boschi rinverdiscono di sollievo facendosi scivolare addosso le rigidità della stagione precedente. Il cielo è un turbinìo di ali e cinguettii. Sta per andar via anche lei, la signorina di fiori vestita, per lasciare spazio alla signora del fuoco. Non so se temerla o no, tutti questi discorsi di primavera mi hanno rinforzata e sento di poterla affrontare.

Ad Aprile sono finalmente andata a vedere la Jana istoriata nella Domo de is Janas di Luzzanas a Benetutti. Avevo necessità di guardare la mia anima dritta in faccia, sentirmi vecchia come non mai e infine darmi un bacio sulla fronte per esprimere al meglio quell’universalità energetica che nell’uso corrente tendiamo a chiamare, minimizzandola, amore. WhatsApp Image 2018-04-28 at 09.09.55E in effetti, questa auto-benedizione ha portato i suoi frutti succosi e maturi nel mese successivo: il mio amato maggio! Mese di rose, di vitalità magica e della Madonna..e degli asini dice la saggezza popolare..

E’ stato un mese di festeggiamenti, di ritorni, di disillusioni, di lutti inventati e messaggi da lontano. Un mese di antenne più che di ripetitori e han trasmesso anche umbè di bella roba!

L’emozione più grande in assoluto è stato aver presentato una serata dedicata alla poesia locale nella mia comunità, ho avuto la possibilità di leggere tre delle mie poesie e potermi così presentare non solo più come erede della poetica di mio bisnonno e della passione lirica di mio nonno, ma finalmente come poetessa. Mi è sembrato che il mio esordio sia stato gradito e in questo momento verso onore, soddisfazione e responsabilità nel mio calice creativo.

 

A s’ora sua

andu a ogus studàusu

in atru mùndusu

a ciccai genti connòtta

in atrus tempusu

e in atru logusu

fora de mundu.

M’obèttanta limpiusu

e lebiusu spitzullendi

su coru de is peisi.

In conca arrisu

de bellesa druci

e in brenti furighìngiu

de abisi in punt’e melli.

Tandusu arrespiru

sa luxi manna

de tottu s’Increau

e mi lassu andai

che piscixeddu

in s’acua cosa sua.

 

In quei momenti

vado a occhi spenti

per altri mondi

in cerca di genti conosciute

in altri tempi

e in altri luoghi

fuori dal mondo.

M’ aspettano puliti

e leggeri pizzicando

il cuore dei piedi.

Nella testa risate

di bellezza dolce

e nel ventre premito

d’api mielende.

Allora respiro

la grande luce

di tutto l’Increato

e mi lascio andare

come un pescetto

nella sua acqua.

 

 

Un Po’ ..e tando po etare..

JanaSaKoga*

 

 

 

 

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