All’imbocco della Pasqua e della Primavera mi son trovata a dover migrare. Ho esportato i contenuti dall’indirizzo blog precedente a questo. Mi trovo a dover ritrovare il mio posto. Ho il centro nella mia Terra di mezzo ma spesso mi sento fuori posto. Cerco l’equilibrio muovendomi, come tutti, ma il mio movimento è interiore e cadenzato.
Torru Gratzias a Gesu
po m’arrègodai donni annu
cantu est generosidadi a si liberai
a sollusu de su malli nostu e tottu.
Torru Gratzias a sa Mammai
po m’arrègodai donnia dì
cantu esti cosa de mammasa
a si pigài in coru su dollori
cumenti petza ‘e Deusu.
Torru Gratzias a su Babbai
po m’arrègodai donnia momentu
cantu fortis point essi
ominis e scèminas
a peis in terra
y manus in conca.
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Rendo Grazie a Gesù
per ricordarmi ogni anno
quanto sia altruista liberarsi
da soli dal proprio male.
Rendo Grazie alla Madre
per ricordarmi ogni giorno
quanto sia materno
prendersi in seno il dolore
come incarnazione vitale divina.
Rendo Grazie al Padre
per ricordarmi ogni momento
quanto forti possano essere
uomini e donne
coi piedi per terra
e le mani in testa.
Cun Lambrighedda a coru mòvviu
JanaSaKoga