Da ieri sera nella mia splendida isola in mezzo al mare soffia un maestrale meraviglioso. A noi gente dei boschi il vento interessa parecchio. Magari non quanto alla gente di mare o magari di più, non so esattamente, ma qualcuno da poco mi ha spiegato che è una dinamica fisica che, dopo l’afa assassina dei giorni scorsi, dovesse fare un bel po’ di vento. Io vedrei la cosa come dinamica karmica ma mi hanno detto che è proprio questione di spostamenti d’aria. Quindi eccomi quì a parlare di qualcosa che amo ma non conosco, che bramo ma temo, che sento solo se si muove forte e che intuisco più che toccare. Mentre scrivo posso sentire i suoni del vento che si incanala tra le case, per le vie del paese e ulula come un branco di lupi, divertiti, felici e liberi.
Una delle cose che adoro fare da sempre e che spero non diventi mai così seria da rinunciarci, è mettere mani e testa fuori dal finestrino per avere l’illusione di toccare l’aria. Non dimenticherò mai la prima volta che i miei genitori mi portarono sulla cima più alta della mia terra, a sentire l’aria e a toccare le nuvole. Si era sentita la voce di mio padre: “Attenta, sta passando una nuvola!” e una coltre bianca e densa ci aveva invaso tutti i sensi. Rabbridivamo tutti, ma non era solo il freddo.
L’aria per me rappresenta l’informazione, l’intuizione e l’ispirazione. Adoro il mare verde dei boschi quando al vento crea le onde e tutto si riempie di danze e colori nuovi. Ho fatto veramente mille chiacchierate e tra le più soddisfacenti col vento. Mi ha insegnato ad ascoltare e ad essere artista di me stessa e di tutta la mia vita. Gli devo tanto e a causa di questo non riuscirò a scrivere in modo lucido, ma solo spinta da forti e sincere emozioni.
Archetipicamente parlando quindi rappresenta la vitalità, il respiro che non può e non deve mancare mai all’essere umano. Rappresenta l’intelligenza, la capacità di immaginare e acquisire conoscenza o al contrario la superficialità dell’automatismo fisico/mentale. Infatti, citando zio Eckart Tolle, basterebbe solo che tutta l’umanità pensasse più spesso all’importanza del respiro per migliorare il mondo. Inspirare ed espirare consapevolmente ampliando il nostro spazio interiore ci apre a un nuovo mondo, una nuova umanità, una nuova era. Un nuovo Io.
Se ci impegnassimo nell’imparare a controllare l’aria all’interno del nostro corpo temeremo decisamente meno la natura. Le insidie atmosferiche dell’aria in movimento fanno rabbrividire gli esseri umani da tempi immemorabili fino ad oggi. In questo preciso istante guardo il cielo e noto i tentativi di controllare queste appena citate dinamiche: strisce biancastre disarmoniche e evidentemente innaturali, griglie di quelle che i complottisti e i buoni osservatori chiamiamo scie chimiche. Così tracotante l’uomo moderno da voler domare e cavalcare il vento.
Quando le energie mentali rimangono immobili e inutilizzate, la vitalità ne risente. Si sente la necessità di cambiare aria. Son sicura che se non fossi figlia di TreninoVerde da generazioni sarei decisamente meno sveglia e attiva dal punto di vista intellettivo e creativo. Cambiare aria per me è una buona abitudine quanto lavarsi i denti.
Ora vorrei elencare alcune categorie archetipiche legate a questo spiritoso elemento:
- Cielo. L’Aria oggettivata. E’ ciò che sta in alto, che tutto vede e che porta ordine nel caos. Stare a naso per aria vuol dire guardare il cielo. Guardare il cielo è bramare di essere aria.
- Nuvola. Rappresentano il collegamento costante e mutevole tra forma e sostanza, tra cielo e terra. A metà tra spirito e materia, la nostra immaginazione prende forma attraverso le nuvole rendendoci maghi, profeti, indovini indubbiamente artisti.
- Vento. E’ la libertà dell’aria. L’essere che dinamico ricerca, danza e vive. Tutto sa.
- Bolla. L’incontro tra aria e acqua rappresenta la collaborazione per la conoscenza. E’ circoscritta, fragile, esposta. E’ luminosa e affascinante. E’ alla base di qualsisasi tipo di creazione.
Parlerò dell’elemento, degli elementali e delle relative magie prossimamente. In questi giorni, con questo splendido maestrale, ho delle gran belle chiacchierate da fare col mio amico ululante. Vi aggiornerò.
Coi capelli al vento e gli occhi succhiusi
Jana*